"GRAMMATICHE DELLA SCENA"

Formazione e aggiornamento rivolto a docenti, attori

Tracce:
Il progetto di comunicazione “INTERSEZIONI” vuole offrire ai Docenti ed agli Operatori Teatrali uno spaccato sulla Storia del Teatro con particolare riferimento al concetto di Teatro di Regia in rapporto all’elemento drammaturgico e ed ai nuovi contenuti espressi dal teatro del novecento; un profilo tracciato attraverso la visione critica del lavoro dei grandi maestri, dei pedagoghi, del lavoro all’interno del gruppo; l’analisi linguistica del teatro, delle sue componenti strutturali e delle sue forme di comunicazione; approfondimenti riferiti al complesso scritturale come fonte culturale ma anche al complesso operativo riscrivendone una percorso funzionale ed attuale; uno studio sulla crisi del concetto di genere letterario drammatico e le motivazioni socio- culturali che hanno modificato questa forma di scrittura - progetto; la conoscenza delle soluzioni attualizzate sulla scena; un approccio semiologico alle discipline teatrali; l’identificazione di strutture e linguaggi anche in funzione dei rapporti con il progetto educativo curricolare; proposte di soluzioni tipo ( convergenze culturali, creazione di team, progetti interdisciplinari aperti…).collegamenti con le discipline della comunicazione e le sue forme mediali e multimediali; una possibile visione intercodice ed ipertestuale della cultura teatrale. la conoscenza del complesso teatrale percorrendo il momento ludico per creare strutture ed unità didattiche.

 

 

Il progetto si pone come obiettivo la ricerca di “possibili teatri”, ricercando nei linguaggi e nei comportamenti delle giovani generazioni stilemi e problematiche. Un teatro sociale e generazionale frutto dell’accrescimento culturale. Finalità principale è quella della conoscenza del genere drammatico, rintracciandolo nelle forme della scrittura classica, delle varie letterature ma soprattutto attivando processi di attualizzazione in riferimento al background che gli adolescenti vivono. In questo percorso non si distinguono forme letterarie da modalità del costume giovanile, sono esse invece esaltate sulla scena, ma decontaminate e rese come assoluto ed universalità del messaggio. Importante è il livello di introspezione, di empatia tra l’essere e il voler rappresentare, attualizzando quel processo di distanza e di estraniamento ma anche di coinvolgimento e motivazione, che tramite il teatro ci porta ad oggettivare problemi e comunicazioni.

Temi:
Drammaturgia classica e contemporanea - Approfondimento sul teatro del novecento - I gruppi, i pedagoghi - Recupero della cultura letteraria alla funzione teatrale - Laboratorio di drammatizzazione e di improvvisazione - Valorizzazione delle culture giovanili - La poesia, la musica rock, fonti dalla cronaca - Rilevazione, recupero testi e confronto con problemi, aspettative, vissuto - Invenzioni, montaggi, riscritture del testo - Analisi semiologica del testo e della forma teatrale - I linguaggi, le contaminazioni artistiche

Laboratorio:
Esercitazioni a livello fisico – espressivo - Interazione con tutte le discipline del teatro: recitazione, dizione, mimica - Dalla drammatizzazione alla composizione dello spettacolo - Progetto di messa in scena: scena, luci, suono, costumi, maschere - Prove e realizzazione dello spettacolo.

 

 

Le consonanti e le vocali, prima ancora dell'aspetto semantico, evidenziano il livello puramente sonoro, l’aspetto fonetico. L'apparato vocale come strumento che può cambiare forma e grandezza, attacco e articolazione, ha la possibilità di produrre suoni vibranti, sibilanti, esplosivi, acuti e gravi, lunghi e corti, forti e deboli ecc...Dunque una gamma di suoni parlati che si reggono sugli stessi parametri della musica: timbro, altezza, durata dinamica. Tutto questo ci può permettere di ipotizzare l'esistenza di un rapporto fra i suoni del linguaggio parlato e i suoni musicali. Suono musicale, che viene vissuto fisicamente, anche attraverso il canto quando mette in moto il nostro corpo, stimola il movimento: ballare, danzare, marciare, mimare, battere a tempo alcune parti del corpo. Tutte queste sono attività antiche come l'uomo. A confermare lo stretto legame fra cantare e muovere il corpo basterebbe citare la parola greca “coro” che in origine designava tanto un gruppo di cantanti quanto un gruppo di danzatori.

Itinerario sintetico:
Training sulla respirazione e sulle tecniche - La voce e la sua emissione - Caratteri vocali, registri, risonanze, portate - Approcci alla parola cantata - Il canto singolo e corale - La parola recitata - Studio sulla fonetica - Dizione e recitazione - Impostazione della battuta - Monologhi, dialoghi, partiture teatrali.

 

 


Le attività prevedono incontri per individuare un percorso culturale ed operativo con Insegnanti ed alunni; si tratta di un laboratorio di animazione a scuola ed una dimostrazione finale completata da mostre, fotografie, video. Il tema teatro viene presentato in termini di gioco, l'aspetto ludico è il tessuto di connessione dell'intera proposta per giungere infine ad una più chiara definizione dei momenti creativi, simbolici, teatrali. Le componenti espressive del teatro vengono presentate nella loro globalità in un incontro sincronico, questa “compresenza” tende poi a differenziarsi nelle modalità e nei linguaggi che scaturiscono dal gruppo di lavoro di attori, insegnanti ed alunni. Luogo delle attività è la scuola, che diventa così percorso 'altro' e parallelo al curricolo, ma che converge nelle discipline di quest' ultimo.

Temi e finalità:
Percezione e conoscenza del corpo - Conoscenza dello spazio e sua individuazione tramite il corpo - Indagine sull’uso e sulla funzione dell’oggetto - Conoscenza degli altri - Scoperta della capacità di comunicazione del viso, delle mani, del corpo - Rappresentazione di azioni collegate in sequenza mimica -Comprensione e riproduzione di messaggi, azioni, ruoli, tramite il linguaggio gestuale - Comprensione della struttura di un testo fantastico - Ricostruzione degli avvenimenti secondo la successione temporale e spaziale - Identificazione dei contenuti, dei messaggi, relazioni fra avvenimenti - Scelta di una o più storie fantastiche e con un pretesto reale - Segmentazione delle stesse utilizzando supporti visivi - Rappresentazione grafico - pittorica della storia - Ricostruzione tramite suono e rumore - Identificazione delle caratteristiche dei personaggi, ambienti - Costruzione dei materiali scenici - Drammatizzazione con rotazione dei ruoli - Racconto e scrittura audiovisiva - Parole sentite - Parole giocate - Invenzione, montaggio, allestimento prove e rappresentazione dello spettacolo.

 

 

Ai partecipanti vengono distribuiti compiti per modificare giocando i testi delle fiabe, indicando alcuni percorsi che possono essere condotti in sincronia, creando gruppi o dare una scansioni per fasi alle giornate con una direzione specializzata.

1° gruppo: rifacimento in chiave moderna, 2° gruppo: finale interrotto, 3° gruppo: (o terza fase )

cambio ruoli, 4° gruppo: insalata di fiabe.

Da questo scaturisce un nuovo modo di comporre le storie che nasce dall’intreccio di più narrazioni, la fase teatrale è quindi la prima attivazione del risultato, gli attori leggono questa inedita scrittura. Il tessuto di connessione è l’individuazione di forme verbali che vengono attivate con giochi di parole.Assonanze: somiglianze di suoni vocalici e di sillabe. Rime: versi semplici e complessi. Acrostici: poesie  in cui le iniziali dei singoli versi, lette nell'ordine, sono una o più parole. Aptagrammi: corrispondenza di senso fra le due parole anagrammate.Panvocaliche: parole,nomi, espressioni che contengono le cinque vocali, senza ripetizioni. Palindromi: parola o frase che si legge anche da destra a sinistra. Metagrammi: i famosi doublets di Lewis Carroll. Accenti e tonalità: dinamiche, significati e varianti delle parole.

Questo porta ad identificare personaggi, carattere linguistico e paralinguistico degli stessi, e nuove modalità di azione verbale in visione scenica. I personaggi sono dunque “forme” antropomorfe, zoomorfe, oggettuali, in questo momento tramite giochi di manipolazione, recupero di materiali, disegni, si possono costruire in modo semplice delle “figure” da animare, e proporre una dimostrazione di lavoro espressivo, interpretativo con l’ausilio delle figure da loro stessi create.

 

 

"TEATRO E ARTE"

 

 

Il Tangram è un gioco, un rompicapo di origine cinese. Un quadrato è diviso in cinque triangoli, un parallelogramma, un quadrato. La scomposizione e la ricomposizione di questi elementi genera delle "figurazioni" schematiche che suggeriscono le "apparenze" della realtà. Nell'indagine analitica dell'immagine, condotta dalla Compagnia Teatro dei Colori, il Tangram rappresenta un indizio "antropologico" per la ricerca delle strade della creatività. Le sagome luminescenti in movimento offrono la possibilità di interpretazioni basate sul modulo semplice della geometria. La magia di un gioco manipolativo che, come uno specchio o una lente di ingrandimento, si visualizza nella scatola scenica, è l'invito alla creazione di un gioco che può essere infinito. Così l'aspetto ludico sottende ad una provocazione che è quella della ricerca, che parte dal singolo "spettatore", delle possibili composizioni, delle proprie memorie figurali.

Il laboratorio è la risultante di un progetto di lavoro sulla creatività intesa come incontro tra le "culture".

Itinerario sintetico:
Analisi degli stilemi d'oriente e rapporto con immagini, architettura, costumi - Studio dei rapporto tra geometri e forme - I tre tangram: quadrato, ovale, circolare - Costruzione in visione della scena - Identificazione e training dei gruppi di manovra (quattro per raggruppamento tangram) - Occupazione della scena - Gioco creativo sui moduli del Tangram - Strutturazione dello Story board per la sequenza delle immagini - Rapporto ai tre cromatismi primari (rosso, giallo, blu): per il giallo vi sono le figure di terra, per il rosso quelle di forza e di fuoco, per il blu quelle d'acqua e cielo. - Contatti con elementi poetici, brevi storie da inserire - L’animazione della figura che si giustifica anche in senso scenografico e drammaturgico.

 

Immagini, forme, colori per il teatro nero
Il progetto di comunicazione del Teatro dei Colori, prende spunto dallo studio e dalla sperimentazione su alcuni elementi costitutivi del “fare teatro”.

Il teatro come “visione”, il “nero” come sintesi “apparente – immaginario”, “nascosto – visibile”, “profondità – vuoto”, l’attore come personificazione dell’elemento luce; la luce come illuminazione, l’attore come molteplicità delle “funzioni teatrali” ed attraversamento dei codici espressivi. I momenti teatrali proposti sono quindi punti di verifica con il pubblico, dei passaggi della ricerca della Compagnia Teatro dei Colori che segue questa linea essenziale: luce, segno, forma, colore, attore, gioco, rappresentazione. Le “Forme del nero” sono le tracce, persistenti, di una memoria labile, sono gli appunti cromatici degli spettacoli: “Colori…”, “Sinfonia…”, “Carnaval…”, “Bolero”, “Tangram”. Sono la traccia visuale di un percorso di ricerca sulla valenza teatrale dell’immagine, come ambivalenza di significati e scarto agibile teatrale. La presenza assenza dell’attore giustifica, nell’apparire delle sue funzioni, dinamiche spettacolari che fluttuano dalla memoria espressiva corporea, alla vocalizzazione come segno linguistico, alla manovra – gioco con gli oggetti. Nella valorizzazione del frammento e dell’elemento espressivo la strada dei simboli diventa un possibile canovaccio della rappresentazione.

Itinerario sintetico:
Studio della geometria di base
- Studio della forma - Studio della percezione visiva - Studio del colore - Il colore nel teatro - Il teatro del colore - Training di apprendimento delle tecniche di animazione in nero -Costruzione delle sagome con i colori luminescenti - Strutturazione dello Story board, sequenze per una storia di immagini - Rapporti con la musica, la poesia, un testo narrativo - Montaggio della dimostrazione.

 

 

Si vuole evidenziare in una relazione interdisciplinare, la funzione didattica del rapporto tra Arte e Teatro. Il progetto si pone come scoperta, studiando modelli storici, come riflessione e come proposta ludica alla applicazione di unità operative messe a confronto con l’opera di grandi Artisti. Scene, oggetti, maschere, giochi, dimostrazioni, fotografie, disegni, video, parole per capire la manipolazione, il teatro delle figure e le tecniche connesse. L’occasione è spunto per un ripensamento progettuale, in contatto con i ragazzi, per dimostrare i “segreti” dell’arte di questa particolare messinscena. Questi “materiali” condividono lo spazio scenico con gli attori e, in un allargamento del processo di identificazione, prendono vita, voce, espressione proprio dalle capacità dell’attore di stabilire delle convenzioni in grado di superare il semplice rapporto oggettuale, ma conferendo l’essenza del personaggio. Il valore di essi risiede nel fatto che sono co-protagonisti dell’azione teatrale, in qualità di simboli figurali e testuali, come soggetti dell’azione stessa nella modalità dell’animazione, del costume e della maschera. Questa realtà “oggettuale” va letta, quindi, immaginandone dinamiche e presenze. Altro fattore saliente è la valorizzazione degli elementi: materia, forma, fisionomiche, in rapporto alla luce e al colore. Le composizioni che sono al centro della ricerca astratto, figurale, teatrale della Compagnia sono fulcro di una presenza-assenza dell’attore in una importante intersezione delle funzioni espressive e tecniche.

Itinerario sintetico:
Uno sguardo alla storia dell’arte - Il grottesco - le figure meccaniche - la caricatura - le maschere - le marionette astratte - Ricerca sui materiali strutturati e non - Le forme - La luce - Un piccolo/grande spazio - Costruzione di burattini, marionette, maschere con materiali di recupero - Identificazione di figure antropomorfe e zoomorfe e loro costruzione - Training di apprendimento delle tecniche di animazione - Le parole delle forme e degli oggetti animati - Giochi onomatopeici e rumoristici - Storie che nascono dagli oggetti - Messinscene di racconti, favole, testi inventati attraverso il teatro di figura.

 

 

Dalle Mani al Teatro vuole essere, mediante un gioco, l’analisi delle “motivazioni” che portano una persona a trasferire all’oggetto animato pulsioni e contenuti significanti nell’ambito delle proprie comunicazioni. Un gioco che “rivela” i codici dell’espressione del “ruolo” e del “mezzo”. Questo “teatro” dell’esperienza “tattile”, si basa quindi sullo svelamento in senso drammatico, cioè compimento, scontro, evoluzione, di memorie ludiche, esistenziali, vitali. Ritrovare nelle proprie esperienze oggetti – simbolo che riportano in luce l’infanzia, l’adolescenza, la gioia, la noia, la vita. Animare è allora la prosecuzione ideale di quell’oggetto transizionale (Winnicott) che collegava veglia e sonno, desiderio e risoluzione, immaginazione e realtà, di tanti momenti della vita, dall’infanzia all’età adulta, in una “rappresentazione” che vive nel tempo del teatro una dimensione “cosciente e ricontestualizzata”. Dopo una ricognizione, nelle proprie memorie, i partecipanti al laboratorio saranno invitati a “trasportare” nel luogo degli incontri, piccoli materiali, oggetti, immagini, appunti scritti, disegni, che sono per loro il fulcro – pretesto per una ricostruzione del “ricordo” in senso drammatizzato. Questi “oggetti” sono la base di una discussione collettiva e teatralizzata. Nel momento della esercitazione a livello fisico, i partecipanti saranno invitati a giocare con il proprio corpo evidenziando il potenziale espressivo delle “mani”, una ricognizione sui materiali: morbidi, duri, pesanti, caldi, freddi, delicati, leggeri, strutturati e non, sarà la base per una ricostruzione mimica; quindi tramite un movimento virtuale, di una breve storia. Dalla consistenza dei materiali si ricaveranno possibili movimenti e possibili figurazioni “costruite” nelle forme del teatro di figura.

Tecnica e Didattica: momenti del gioco-laboratorio:
Manipolare, Comprimere, Toccare, Dipingere le mani, Le mani dipingono, Battere un ritmo, Colpire, Attaccare, Sentire, Ricordare, Fingere, Le mani e la luce, Le mani e il burattino, Le mani e gli oggetti, Mano, Marionetta, Mani e parole, Una mano una storia di mani, Il viso e le mani, Una mano tante mani: ambiente, animali, personaggi, Rappresentazione mimico gestuale di una storia, di un testo fantastico…

 

 

Il laboratorio si fonda sull’idea del colore, nel gioco e nella ricerca di una “storia” personale.

BIANCO: Nella prima giornata si lavora intorno al bianco, ogni partecipante definisce liberamente il bianco come elemento della memoria personale, come simbologia, come interpretazione. Viene consegnato un foglio bianco , viene osservato profondamente anche in rapporto alla luce (opacità, trasparenza, ombra) , si pongono domande sulla visione e si scambiano informazioni. Il foglio viene toccato con approcci e dinamiche differenti, si immagina la leggerezza o la pesantezza, si mette in rapporto il movimento del corpo con la dinamica dell’elemento carta che cade, si sposta, vola ecc.

Il foglio viene poi disegnato ad occhi chiusi poi si comincia a raccontare,a scolpire, a manipolare…

COLORE: La seconda giornata si basa sulla esperienza del colore, dopo una discussione sui nomi, sulle materie, sui ricordi, sugli oggetti, catalizzando tutto intorno al cromatismo, si affianca a tutto questo un’attività di pittura, di collage, di “composizione”. Dal foglio colorato si estrapolano degli elementi che possono essere drammatizzati, ad esempio un suono rapportato al colore, la parola colore che viene cantata, recitata, agita, ne nasce una sorta di drammatizzazione dove emerge una personalità che nasce dal gioco. L’esercitazione poi si porta sulla fisicità, si individua una forma - colore del corpo, il colore cantato e parlato si trasferisce allo spazio ed alla luce - colore del luogo. Ogni partecipanti proporrà in un gioco imitativo l’azione riferita a questo “immaginario” personaggio.

NERO: La terza giornata si riferisce all’esperienza dell’oscurità, del nero, dell’ombra. Stati d’animo, ricordi e

Si raccontano liberamente esperienze legate al buio, su un foglio di carta ognuno scrive delle parole che possono sinteticamente rappresentare tutto questo. Poi si passa alla fase laboratoriale, ad occhi chiusi si percorre lo spazio, memorizzandone elementi salienti, si stabilisce un contatto con gli altri valorizza il potenziale di scoperta del tatto, si vince la paura di un movimento ad occhi chiusi, si stabilisce tra i partecipanti un rapporto sulla fiducia e sul contatto, si focalizza l’attenzione su alcune parti del corpo per giungere alla accettazione di un elemento chiave che emerge dal “buio”. I partecipanti poi riaprono gli occhi, e si perlustra lo spazio sviluppando la memoria visiva e tracciando un proprio percorso, che viene “segnato” con posture del corpo, segnali acustici, punti di riferimento oggettuali e luministici. L’azione diventa collettiva, si lavora per perfezionare la memoria dello spazio, si aggiungono elementi acustici (ad esempio le cinque vocali) creando delle corrispondenze tra azione, tempo, postura, canto collettivo. Dal buio emerge un potenziale di esplorazioni, di apparizioni, di immagini, di colori. Tracciare la teatralità del colore, il possibile personaggio che nasce nella concretezza dell’espressione corporea, dei giochi di parole… Ad un bambino di una scuola materna fu chiesto dopo un gioco teatrale ” che gioco è questo?” e lui “ è il gioco del guardare”.

 

 

TRACCIA
Il laboratorio vuole proporre un percorso di conoscenze sulla “rappresentazione” e sulla sua ambiguità. Partendo dalle nozioni tipiche della riproduzione, per immagini, dello spazio si giunge ad un confronto creativo con l’arte di M.C. Escher per aprire uno sguardo alle nuove modalità di “scrittura dell’immagine”, anche proiettandosi all’uso della virtualità. Il progetto, quindi, prevede una fase di comunicazione a livello storico che si incentra sull’analisi dei modelli di rappresentazione dello spazio (scorcio, profondità, cromatismo, bidimensionalità e tridimensionalità, prospettiva) per destrutturare il piano e ricostruire le reali coincidenze riproduttive, tutto questo per reinventare modelli interpretando l’opera di Escher anche tramite la visione dello spettacolo. Il laboratorio è indirizzato ai ragazzi delle Scuole medie inferiori, con un mirato coinvolgimento dell’insegnamento delle Educazioni artistiche, e più in generale per gli Allievi degli Istituti d’Arte e dei Licei artistici per la congruenza del curriculo di studio, si può realizzare nelle scuole con una presenza di minimo tre giornate e prevede una dimostrazione di lavoro.

Teoria: La rappresentazione della natura. La rappresentazione dello spazio naturale ed urbano. Uno sguardo alla storia dell’arte. Modelli di riferimento. Specularità e serialità

Pratica: Gioco di ricerca, nello spazio, negli oggetti …Realizzazioni grafiche. Stravolgimento delle forme. Accostamenti ed invenzioni. La copia creativa. L’interpretazione dell’arte contemporanea (astrazione, arte cinetica, virtualità). Apprendimento di tecniche di animazione: la luce, l’oggetto, il colore, le forme, sagome, ombre, materiali. Trasformazione di un’immagine bidimensionale ad una “immagine tridimensionale”. Escher come modello: spazi ambigui, cicli, metamorfosi, astrazioni, ripetizioni. Dal piano alla concretezza.. Dimostrazione. Dall’immagine alla poesia: scrittura, memorie personali, oggetti. Realizzazioni di manufatti scenici, concreti e virtuali, spettacolazione.